Il panorama in quota - Foto di Giorgia Lanza

Rifugio Zamboni - Zappa Macugnaga

INFORMAZIONI:

  • Partenza: Pecetto (Macugnaga) 1369 m
  • Dislivello: 759 mt
  • Quota massima: 2070 m
  • Distanza – 12,34 km
  • Difficoltà: E
  • Tempo: 3.30 circa

PREMESSA

L’escursione è stata svolta durante la stagione invernale 2021, anno in cui gli impianti sciistici non hanno aperto al pubblico. Solitamente è possibile raggiungere il Rifugio Belvedere con la seggiovia. Inoltre, quel giorno è stato davvero particolare per la fitta nebbia gialla causata dalla sabbia del Sahara trasportata sulle Alpi dai venti africani.

PERCORSO

L'itinerario parte dalla frazione Pecetto di Macugnaga, dove si può parcheggiare l'auto. La salita inizia nei pressi della seggiovia, momentaneamente aperta esclusivamente per le scuole di sci. La prima porzione di percorso, conduce agevolmente nonostante la neve alla seggiovia dell'alpe Burky 1658 m, qui è presente il rifugio Paradiso. Da quel punto, ho proseguito la salita sulle piste da sci, la neve scivolosa e la pendenza hanno reso più impegnativa - ma non impossibile - l'ascesa. Il sentiero nel bosco non era battuto e la nebbia era abbastanza fitta, per questo motivo ho optato per la salita sulle piste, in modo tale da avere più punti di riferimento per orientarmi. Dopo circa un'ora si arriva al rifugio Belvedere, punto d'arrivo finale della seggiovia.

Dal Belvedere lascio finalmente la pista da sci e imbocco il sentiero per raggiungere il rifugio Zamboni-Zappa. In pochi minuti si arriva alla morena del ghiacciaio del Rosa. Attraversata questa, è stato indispensabile l'utilizzo delle ciaspole (finalmente ho alleggerito lo zaino) per continuare l'itinerario su una cresta in costante "sali e scendi". Essendo febbraio la segnaletica non era evidente a causa della neve, ma - fortunatamente - qualche scialpinista aveva battuto il sentiero e reso visibile la traccia. Le condizioni meteo non erano delle migliori: freddo poco, nevischio e nebbia fitta in alcuni punti. Inoltre, la parete del monte Rosa era coperta da un nebbione giallo-marrone. Procedere con cautela ed essere pronti a rinunciare alla meta erano le condizioni.

IN CIMA
Poco prima di aggirare l'alpe Pedriola con la sua cappelletta ben visibile - utilizzata come punto di riferimento - l'attenzione è stata fondamentale per attraversare un crepaccio. L'ultimo tratto prima di scorgere in lontananza il rifugio Zamboni si percorre a mezzacosta, in leggera salita, sul perimetro dell'alpe Pedriola. Raggiunto il rifugio Zamboni, chiuso poiché apre durante la stagione più mite, una breve sosta per fare qualche foto è d'obbligo.

RITORNO
Per il ritorno al Belvedere il percorso è stato il medesimo dell'andata, la nebbia si faceva sempre più fitta e più giallognola a causa dei forti venti africani che hanno trasportato la sabbia del Sahara sulle alpi, ma fortunatamente la traccia sul suolo era sempre ben evidente.

DOVE MANGIARE

Rifugio Paradiso all’alpe Burki; Rifugio Belvedere; Rifugio Zamboni-Zappa (aperto da giugno a settembre, a seconda delle condizioni atmosferiche).


                                                                                Giorgia Lanza – Hike like a Fox