INFORMAZIONI
Località di partenza: Riale
Quota di partenza: 1718 m
Dislivello (in salita): 865 m
Tempo di percorrenza: 5 ore, soste e pranzo escluse
Difficoltà: medio (E)
Copertura telefonica: parziale
COME ARRIVARCI
Riale è facilmente raggiungibile attraverso la statale 659 verso Antigorio-Formazza, una diramazione della statale del Sempione, che dovrete percorrere nella sua interezza. Passata la cascata del Toce e superato il paesino di Riale, o almeno la sua copia, visto che l’originale fu sommerso dal lago di Morasco, parcheggiate sotto la diga (posteggio a pagamento). In alcune domeniche estive, a causa del notevole afflusso di gitanti, la strada viene chiusa dopo le 10.30. Se nella compagnia ci sono due auto potete lasciarne una alla seggiovia del Sagersboden a Valdo, dove si chiude l’itinerario, oppure utilizzare il servizio pubblico per risalire a Riale.
PERCORSO
Salite sul lato sinistro della diga lungo la strada sterrata che conduce in pochi minuti al rifugio Bim Se. Proseguendo lungo la gippabile si giunge piuttosto agevolmente allo splendido vallone in cui è adagiata l’alpe Nefelgiù. Qui la strada diventa sentiero, sempre ben tracciato, e comincia la impegnativa salita verso il passo. La quota a cui comincerete a trovare la neve dipende dalla stagione, ma anche a luglio prima o poi vi troverete a percorrere un tratto innevato. Non servono particolari attrezzature, solo buone gambe perché camminare sulla neve è piuttosto faticoso.
IL PASSO
La cima del passo offre una bella panoramica sulla conca del Vannino da una parte, e dall’altra sulla zona di Morasco e delle cime che fanno da spartiacque tra Ossola, Vallese e Ticino. Anche in discesa, ma più raramente vista l’esposizione a sud, potreste trovare neve. Qui occorre fare un po’ più di attenzione sia perché in discesa è più facile scivolare sia perché le chiazze innevate potrebbero nascondere il sentiero. In questo caso guardate molto avanti per scorgere ometti e tracce di vernice in modo da non perdere la strada. Giunti alla conca del Vannino il sentiero piega verso sinistra e conduce al rifugio Margaroli. Da qui, attraverso la comoda strada sterrata, si raggiunge la seggiovia del Sagersboden, che conviene utilizzare per scendere a Valdo, da dove ritornerete a Valdo o con l’auto che avete parcheggiato al mattino o con l’autobus di linea. Nel secondo caso informatevi sugli orari e rispettate scrupolosamente la tempistica (cosa sempre consigliabile in montagna) o non resterà che l’autostop.
DOVE MANGIARE
Un panino consumato sul passo in bella vista è sicuramente una prospettiva attraente. In alternativa potete considerare la sosta al rifugio Margaroli, anche perché una volta raggiuntolo il percorso sarà moto agevole e appesantirsi con un bel piatto alpino non dovrebbe avere conseguenze particolari. Prenotazione obbligatoria, specie nei weekend estivi.
CURIOSITÀ
I Walser colonizzarono pacificamente la Formazza e altre zone a partire dal Medioevo, chiamati dai signori feudali si pianura che vedevano così aumentare la produttività di terre fino ad allora quasi incolte. Il sistema dei passi alti, come il Nefelgiù, era vitale per la circolazione del bestiame e delle merci. Attraverso questi passaggi era possibile raggiungere per vie alte (sempre preferite ai fondovalle dai montanari) i principali valichi, come il passo Gries, che mettevano in comunicazione col Vallese. Di fatto, per secoli i Walser ebbero rapporti più intensi con la loro madrepatria che con gli italiani.